” Scende un velo di nebbia
sulle palpebre socchiuse
il profondo si fa strada
e tocca alla porta.
Le montagne si intravedono
rocciose e serpeggiante
dure da cavalcare
con molto sudore sulla fronte
e tanto coraggio da trovare.
La pioggia scolpisce il viso segnato dalla fatica
fiumi di fango travolge la valle
e gli occhi in vano cerca l’arcobaleno
LILLI
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Anch’io ho avuto una visione simile, credo.
Una minaccia incombe
ma non sai da dove viene
ecco un fiume d’acqua
che sommerge le valli
e inghiotte la civilta’.
Bisogna salire piu’ in alto
raggiungere quella cima
e poi quell’altra piu’ in alto.
Nella stanza, in attesa di partire
due parole in una lingua straniera
sono scritte su quegli strumenti di lavoro,
che forse sono vecchi trattori agricoli:
“Atèleia, Entelèia”.
Poi mi sono svegliato ed era tutto un sogno.
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Grazie mille. Bellissima poesia. Racconta l’angoscia che ogni giorno allaga i nostri animi. Bisognerebbe fare pace con le paure e farle diventare amiche. Compito difficile, ma doveroso per l’istinto di sopravvivenza. Buona giornata.
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